Il sale

La storia del sale, elemento antichissimo e prezioso, è speculare a quella delle saline, delle miniere di salgemma, delle flotte che hanno attraversato i mari, delle carovane che hanno risalito i fiumi d'Europa, della Russia, della Cina, dell'America.
È dunque la storia dei rapporti tra culture e tra i paesi in grado di produrre abbastanza sale da poterlo anche esportare nei paesi che ne erano carenti. Nei secoli il sale è stato addirittura più prezioso dell'oro.
Il sale creava scambi, sorreggeva monete, imponeva tasse, provocava guerre. Per questa ragione, fin dall'antichità, si svilupparono monopoli allo scopo di calmierare i prezzi all'interno, di regolare l'introito dei mediatori ed assoggettarlo all’imposta.
In Italia la riscossione dell'imposta sul sale era ottenuta mediante le privative fiscali e l'applicazione dei dazi all'importazione. L'imposta sul sale venne abolita nel 1975 e con essa il regime monopolistico, che, da tempo, aveva perso il carattere fiscale assumendo piuttosto il significato di impegno dello stato a fornire capillarmente e a basso prezzo un bene di consumo primario.

Il chinino

Il chinino si estrae dalla corteccia di un albero peruviano: triturando finemente la corteccia di questa pianta si ottiene una polvere la cui proprietà febbrifughe erano già ampiamente utilizzate dagli amerindi. Il chinino fu importato in Europa intorno al 1640 e utilizzato come terapeutico contro la febbre e la malaria. Nel corso del XVIII secolo, l'uso del chinino, come febbrifugo e in generale contro le febbri perniciose, fu ampio e tale rimase anche nel secolo successivo. L'alto costo di lavorazione rendeva difficile l'acquisto del chinino da parte dei malati dì malaria; si consideri che, all'inizio del '900, morivano in Italia circa 15.000 persone l'anno per effetto della malaria. Fu per questa ragione che si dispose la vendita a basso costo del chinino di Stato e se ne rese obbligatoria la somministrazione ai lavoratori delle "zone malariche"; a partire dal 1901 era in vendita anche nelle privative di tabacchi. La sede originaria del "Chinino di Stato" fu a Torino dove aveva sede anche il Laboratorio di produzione.

Il tabacco

Originaria dell'America, la pianta del tabacco fu introdotta in Europa attorno al 1520 e fu utilizzata dapprima a scopo ornamentale. Successivamente, il tabacco venne utilizzato a scopi medicinali e, solo a partire dal '600, cominciò ad affermarsi l'usanza di fumare le foglie di tabacco in varie forme, diffondendone così la coltivazione e facendo sorgere i primi stabilimenti di produzione. In diversi stati, il fumo del tabacco fu inizialmente combattuto con leggi ed editti restrittivi, ma ben presto i governi trovarono più conveniente trarne vantaggi fiscali assicurandosene il monopolio. A Roma la prima fabbrica pontificia di tabacco venne costruita da Benedetto XIV a metà del XVIII secolo in via Garibaldi perché potesse sfruttare, come forza motrice, il copioso getto d'acqua proveniente dalla sovrastante fontana dell'Acqua Paola al Gianicolo. Nel 1863 fu completata la nuova manifattura Tabacchi in Piazza Mastai, dove ha attualmente sede la Direzione generale di AAMS.